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Daniela Greco
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Classifica AssoComunicazione. casiraghi greco&: è una buffonata

09/10/2009

Se la decisione di riprendere la pubblicazione delle classifiche era parsa all'associazione come un atto di coraggio, non tutto il mercato si è detto altrettanto d'accordo. Ormai noto il caso McCann Erickson Group, che ha fatto conoscere, tramite comunicato stampa, i suoi ricavi globali, avendo detto no alla pubblicazione di quelli McCann Erickson, unica sua realtà associata. Tanto che AssoComunciazione ha di conseguenza deciso di convocare un consiglio direttivo (la posizione, peraltro, è stata rimarcata anche dalla dichiarazione rilasciataci dallo stesso Masi). Altri gruppi internazionali, invece, si sono limitati a fornire vaghe motivazioni al diniego, aggrappandosi alla policy o a un muto 'no comment'. Ma a destare una certa sorpresa è da subito apparsa l'assenza in classifica di un'agenzia tutta italiana, quale casiraghi greco&. Anche perché in quella che è alla fine emersa come una graduatoria nostrana (ricordiamo l’eccezione di Draftfcb, al terzo posto) non sembra immediato capire come mai non si sia unita al coro, mostrando i suoi dati. Al punto che youmark è andato a chiederlo a Daniela Greco, socio e amministratore delegato casiraghi greco&.

Perché non avete comunicato i vostri dati?
"Perché chi comunica i dati veri, alla fine viene penalizzato".

In che senso?
"Il fatturato è frutto di diverse variabili. Ad esempio, riflettiamo sulla differenza che c'è fra un'agenzia che ha tutti i dipendenti assunti e un'altra che si avvale di stagisti, freelance, collaboratori. Cambiano i costi, ma sono diverse anche le professionalità. Chi è in regola ci rimette e i dati sono comunque falsati. E poi, come si fa a confrontare una casiraghi greco& a un network internazionale. Noi non ereditiamo dall'estero niente, i clienti ce li conquistiamo sul territorio. Tra l'altro sono clienti locali che, fatto salva qualche rara eccezione, investono molto meno delle multinazionali. 3.000 euro miei valgono come 30.000 di un network".

Sta dicendo  che non si possono confrontare le mele con le pere?
"Una classifica per essere reale deve basarsi su dati comparabili. Quelli attualmente forniti dalle strutture non lo sono. La dichiarazione dei fatturati è una buffonata. Meglio fare riferimento ai bilanci. Che tra l'altro chiunque può andare a consultare".

Quindi la decisione di ritornare alla classifiche non la trova concorde?
"No e non capisco perché si sia deciso di ripristinarle. Erano scomparse nel 2003 e nessuno ne sentiva la mancanza. Ogni volta che si pubblica una classifica nascono solo polemiche. In sede associativa ho detto che ero contraria e ho spiegato anche le motivazioni".

Si dice che le classifiche sono un indicatore per i clienti nel momento in cui devono decidere a chi rivolgersi, è vero? 
"Quando devo scegliere un avvocato non gli chiedo quanto ha fatturato, ma quante cause ha vinto. Quando un'azienda deve scegliere un'agenzia sarebbe meglio che valutasse quante campagne di successo ha creato. Nessun cliente mi ha mai chiesto il fatturato. Si tratta inoltre di dati sensibili e non capisco il motivo di divulgarli così platealmente".

Sbaglio, o ne sta facendo un discorso di qualità?
"Certo. Il merito va riconosciuto alla capacità di creare strategie di comunicazione, alla forza creativa e all'efficacia in termini di risultati di vendita. Questo è il nostro lavoro ed e per questo che dobbiamo essere giudicati".




 

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